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Ritratto

Uwe Vollrath

Quando la musica diventa accesso a sé stessi ed espressione della propria personalità

In TBF Uwe si occupa principalmente di soluzioni per i sistemi di alimentazione dell’infrastruttura ferroviaria in qualità di Senior Project Manager. Si potrebbe dire che la sua vita sia incentrata sull'elettricità, la tensione e l'energia, ma forse non come ce lo s’immaginava all'inizio. Per Uwe, la corrente non passa solo attraverso le linee di contatto, ma anche dalle sue corde vocali e dalla sua batteria. In questa intervista ci racconta come riesca a suonare in modo morbido quanto ruvido con la stessa energia. Una storia di passione, disciplina, fiducia in sé stessi e «urla».

Vocazione/educazione

Ingegnere elettrico/ Dipl.El.-Ing. HTL, NDS WI FH

Funzione

Senior project manager, esperto

Ingresso in TBF

2021

Uwe, sei appassionato di canto e altrettanto felice di abbandonarti al ritmo della tua batteria. Ti va di raccontarci qualcosa di più su come è nata la tua passione?

Se devo dirla in breve, la musica è ciò di cui ho bisogno per sentirmi bene. In pratica ho iniziato con la batteria.All'etàdi 15 anni,ho supportatouna band in qualità di roadie, aiutando a montare il palco prima dei concerti, trasportando gli amplificatori e fornendo un supporto completo. In cambio, ricevevo lezioni di batteria dal batterista. Ai tempi dell’adolescenza, imparare gli spartiti era per me assolutamente inimmaginabile, va detto. Quindi la batteria risultava la scelta perfetta: niente spartiti, ma ritmo che nasce da dentro. Non dovevo studiare molto ed ero completamente assorbito dalle esibizioni. Ho suonato per 10 anni, anche in diverse band.

Purtroppo, quando ho iniziato gli studi serali e contemporaneamente a lavorare a tempo pieno, fare musica non èpiù stato possibile. Condividevo ancora la sala prove con un DJ e un altro musicista, ma non era più la stessa cosa. E dopo gli studi, la batteria è diventata troppo per me. Innanzitutto, perché serve uno spazio dedicato. All'inizio avevo una batteria a casa... ma i vicini non erano così d'accordo. La batteria è uno strumento rumoroso e, a dirla tutta, anche un po' ingombrante. Per questo sono stato uno dei primi della mia cerchia a provare un e-drum, cioè una batteria elettronica: semplificando, il suono viene registrato da un sensore sullo strumento e trasmesso alle cuffie tramite un processore, in modo da riprodurre il «rumore» solo nelle cuffie. Ma all'epoca questo sistema non era così avanzato come oggi. Era costituito datappetini in gomma su assi di legno con un sensore all'interno per trasferireil suono, che ovviamente non riusciva a trasmetterela stessa sensazione di una batteria tradizionale.

Ma era importante per te poter mantenere la musica nella sua vita?

Sì, assolutamente! Per me la musica è quello che chiamo uno dei miei tre pilastri. Ho la mia famiglia e il mio lavoro. Ma la musica è altrettanto importante: ne ho bisogno per sentirmi bene. In questo senso gli sviluppi tecnici mi hanno aiutato molto: oggi ci sono batterie elettriche davvero buone! Non si nota alcuna differenza in termini di suono e si può persino suonare a casa nel proprio salotto! Questo mi rende molto felice.

Potresti descrivere cos'è la musica per te? Visto che ti accompagna da tutta la vita, cosa ti dà?

Posso provare a dirlo a parole (ride). La musica mi riporta a me stesso in un certo modo. Può sembrare patetico, ma chi fa musica o si diverte ad ascoltarla sa cosa intendo. Per me è pura energia positiva, mi ricarica e mi dà forza. La musica è qualcosa in cui si mette energia, ricevendone indietro molta di più.

A proposito di forza: abbiamo parlato della tua batteria, ma il tuo cuore batte anche per altro: anche il canto ha un ruolo importante nella tua vita. Come te ne sei avvicinato?

Fin da piccolo ho cantato in un coro per molto tempo e mi piaceva molto. Ma essendo così giovane, mi mancava la fiducia in me stesso per essere il frontman di un gruppo. Oggi posso dirlo apertamente: cantare non è solo una questione di tecnica, ma comporta anche una buona interazione con la band e una personale performance sul palco. Dovete immaginarlo in questo modo: come cantante solista, sei letteralmente al centro dell’attenzione. Sei in prima linea, sei quello che la gente vede; da adolescente non ero ancora pronto per tutto questo, ed è per quel motivo che ho iniziato con la batteria.

Ma torniamo al canto: a venticinque anni mi sono sentito pronto e ho iniziato a prendere lezioni di canto. È stato poco dopo aver terminato gli studi e nel momento in cui ho capito che suonare la batteria non era più un'opzione per me. Ho preso le prime lezioni di canto con un obiettivo chiaro: volevo diventare il cantante di una band. Avevo familiarità con il canto, ma il coro e il canto solista sono diversi. È un'energia diversa, un livello diverso, non ci si può trattenere. È stato quindi importante per me prendermi del tempo per allenare prima la mia voce. Dopo tutto, anche le corde vocali sono muscoli. Muscoli che devono essere allenati e modellati con cura, proprio come quelli di un atleta. Le note molto alte, in particolare, richiedono una tensione corporea estremamente elevata, che va allenata! Mantenere questa tensione costante è una sfida! Volevo anche diventare un cantante metal. Ovviamente.

Ma cos'è il canto metal? Cos'ha di speciale?

Risposta breve: non ci si trattiene. Alcuni pensano che si tratti semplicemente di urlare, ma non è una cosa così semplice. Brian Johnson degli ACDC, per esempio, canta con una voce molto roca, che a volte chiamo «chreissagi» (sega circolare). Ma è necessaria la tecnica giusta per evitare di danneggiare le corde vocali. Quando ho iniziato le lezioni di canto, ovviamente, non ne sapevo nulla. Ora posso giocare con questo effetto, chiamato anche «distorsione»: posso lasciarlo fluire di più o di meno. Ecco perché ora riesco a cantare in modo tanto naturale quanto «roco».

Fondamentalmente, è necessaria una buona tensione corporea per entrambi i modi, non solo il fatto di avere buone corde vocali: se devo cercare di descriverla, è come se ognuno crei una cassa di risonanza dentro di sé. Quando inizi a cantare, spingi verso l’esterno - e non la mantieni al tuo interno. Nella realtà il suono viene risucchiato al tuo interno. Anche se può sembrare strano, il suono che ne fuoriesce è incredibilmente potente, nonostante in realtà viene risucchiato dentro di sé... Ho capito cosa significasse solo dopo 11 anni di lezioni di canto (ride). E vorrei anche dire che si tratta diuna tecnica: un'esibizione dal vivo di due ore è un'altra cosa!

È emozionante vedere l'evoluzione che hai avuto. Cosa puoi dire di avere imparato dalla tua passione?

Il canto, in particolare, mi ha reso sicuro di me stesso. E mi ha dato un nuovo accesso al vero io. Quando ho capito di cosa sono capace e quanto sia unico, solo allora è arrivata la fiducia in me stesso!

E oggi: canti ancora?

No. Sembra incomprensibile, a dire il vero. Ho provato di nuovo con due band, ma proprio a quel punto ho capito che non mi basta più cantare in un gruppo: ho la mia personalità e ho le idee chiare su quali canzoni voglio eseguire e come. Ecco perché al momento non faccio più parte di una band. Canto ancora per me stesso, anche se non è la stessa cosa. C'è un'energia completamente diversa durante le prove e soprattutto nei concerti dal vivo: il pubblico davanti a te e la band alle tue spalle ti stimolano in un modo molto specifico. È diverso anche cantare per due ore e mezza di fila. Al momento mi sto concentrando ad affinare la mia tecnica e sono disciplinato al riguardo. So che se continuo così, presto sarò in grado di cantare in un gruppo e di tornare a cantare dal vivo.

Quindi, resti ancora profondamente legato alla tua passione. È fonte di ispirazione. Quando ci ripensi, cosa ti senti di consigliare dal cuore ai giovani in fatto di musica?

La prima cosa che mi viene in mente è la parola passione. La musica trasporta energia pura e positiva. Ci appaga e ci trasporta. La musica può rafforzarti. Per questo motivo ho voluto fortemente condividere la mia passione con le mie figlie. Entrambe hanno preso lezioni di pianoforte e di canto e tecnicamente sono molto brave, ma finora non hanno sviluppato lo stesso entusiasmo per la musica. Chissà, forse un giorno? A ben pensarci, vogliono sistemare il loro vecchio pianoforte nel nuovo appartamento che condividono... sono curioso degli sviluppi (ride)!

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